Editoriale di Saul Gerevini e Corrado Panzieri, fondatori dell’Istituto Studi Floriani | | Stampa | |
470 anni fa, Michelangelo Florio, avendo aderito alla Riforma protestante e per sfuggire all'Inquisizione romana, arrivava a Londra il 1° novembre 1550. Il 1° novembre del 1550, Michelangelo Florio, avendo aderito alla Riforma protestante e per sfuggire all'Inquisizione romana, giungeva a Londra, dopo un lungo e periglioso viaggio di quasi sei mesi, iniziato con la sua fuga da Roma, il 4 maggio del medesimo anno. Quest'anno, il 1° novembre 2020, ricorrono 470 anni da quella data “fatidica”. In quel giorno, iniziava simbolicamente quel vero e proprio trasferimento, in Inghilterra, della conoscenza dei capolavori del nostro Rinascimento di cui Michelangelo Florio e il figlio, John Florio, furono i massimi e più appassionati propagatori alla corte londinese. Questa importante ricorrenza merita una particolare celebrazione e, a tal riguardo, siamo stati lieti di onorare tale anniversario, mediante la pubblicazione, su questo sito, in data 26 ottobre 2020, di una trilogia di studi, a opera di Massimo Oro Nobili, riguardanti proprio l'influenza della tradizione teatrale italiana sull'opera shakespeariana. In particolare, in questo studi, si investiga sull'influenza delle Accademie rinascimentali senesi su John Florio (grande studioso di esse, come mostra l'elenco delle 252 opere in volgare, che egli certifica di aver letto per la predisposizione del suo dizionario del 1611) e sulle opere shakespeariane (Siena fu, nel Rinascimento, uno dei più importanti centri culturali italiani ed europei, per la presenza di due fondamentali istituzioni, fondate pressoché coevamente e fucine di opere teatrali meravigliose, la Congrega dei Rozzi (1531) - solo, successivamente (1690) "Accademia" - e l'Accademia degli Intronati, la quale fu la prima a dotarsi, nel mondo, di precise regole):
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