Il caso Shakespeare: l’influenza di Tiziano e Pietro Aretino (amico di Michelangelo Florio) | Stampa |

Il presente studio, dopo un’ampia premessa sul “Caso Shakespeare” e la c.d. “Tesi Floriana” di Santi Paladino, contiene alcune osservazioni sui rapporti fra il teatro Shakespeariano e le arti visive, in generale, alla luce del canone della “complementarietà” fra le arti visive (in particolare, i ritratti del Tiziano) e i sonetti dall’Aretino composti a corredo di tali ritratti, per spiegare, con le parole, l’“invisibile concetto” in essi contenuto. Successivamente si sottolinea la possibile influenza di  due dipinti del Tiziano su  due opere del Drammaturgo: 1) il dipinto di Tiziano Venere e Adone e l’omonimo poemetto del Drammaturgo; 2) il ritratto tizianesco del Duca di Urbino - il “Gonzago” dell’Amleto - e la rappresentazione shakespeariana del fantasma del Re Amleto, tutto armato e accigliato.

Il caso Shakespeare (2.79 MB)