Una rimediabile “lacuna” negli studi del “carteggio” aretiniano | Stampa |

Massimo Oro Nobili - fortuitamente immersosi negli studi aretiniani  nell’ambito dei propri studi su John Florio (grandissimo conoscitore delle opere di Aretino) - segnala “costruttivamente” all’attenzione degli  Onorevoli Membri del Comitato Scientifico della prestigiosa “Edizione Nazionale delle Opere di  Pietro Aretino”, una rimediabile “lacuna” da lui rilevata, nell’ambito degli studi aretiniani, riguardante il fondamentale “carteggio” aretiniano (ben otto lettere!) relativo alla “presunta” morte per avvelenamento, per via auricolare, del Duca d’Urbino Francesco Maria I della Rovere (dedicatario del Primo libro delle Lettere e “personaggio chiave” dell’intero “corpus” del “carteggio” aretiniano); Nobili considera, in particolare, tre edizioni “critiche” (due pubblicate nel 1998 e una nel 2000) della fondamentale lettera di Aretino a Luigi Gonzaga, con data 21 agosto 1538 (ove non è fatto alcun riferimento al presunto avvelenamento, per via auricolare, del Duca, senza la cui conoscenza, la lettera medesima è, del tutto, incomprensibile), e si “appella” fiducioso a tali Onorevoli Membri, perché pongano rimedio a tale “lacuna”, mediante un breve studio o articolo ex professo”  su tale vicenda (indagata più di un secolo fa da Elisa Viani, nel 1902, ma da correlarsi, ora, specificamente al “carteggio” aretiniano), a cura  di studioso di Loro fiducia e, da Loro medesimi, destinato alla pubblicazione su una rivista a carattere letterario

Una rimediabile lacuna (1.11 MB)