Martedì 19 Marzo 2024
Vita di John Florio PDF  | Stampa |

John Florio nasce a Londra nel 1553. Suo Padre, Michelangelo Florio, era un erudito italiano di origini ebraiche fuggito a Londra per evitare le persecuzioni dell’Inquisizione. Michelangelo Florio diventò un personaggio molto introdotto nell’ambito dell’aristocrazia inglese che apprezzava la sua enorme cultura. La madre di John Florio è una persona sconosciuta, ma si pensa sia stata una donna di origini inglesi che Michelangelo Florio conobbe negli ambienti di Lord Burghley, di cui Michelangelo Florio era un protetto.

John Florio visse la sua infanzia a Soglio, in Svizzera, dove suo padre fuggì, insieme alla sua ‘famigliuola’ (Michelamgelo, sua moglie ed il piccolo John) intorno al 1555, dopo che Maria la sanguinaria ripristinò il cattolicesimo in Inghilterra. Per i protestanti, come Michelangelo Florio, Londra sotto Maria la sanguinaria era diventato un luogo molto pericoloso. Le amicizie di Michelangelo Florio permisero a suo figlio John di frequentare l’università di Tubinga, Wuttemberg, dove ebbe per tutore Pier Paolo Vergerio, uomo di grande cultura che aveva abbracciato la religione Protestante. Vergerio fu uno degli attivisti più estremisti del protestantesimo. Verso i ventidue anni John Florio ritorna nella sua terra natale, carico di esperienze e cultura.

Tubinga era un centro culturale altamente italianizzato e benché Florio non conseguì la laurea presso l’università di Tubinga, la sua preparazione culturale era immensa e poteva annoverare la conoscenza di diverse lingue, antiche e moderne. In poco tempo riuscì ad introdursi negli ambienti più esclusivi dell’aristocrazia inglese, e diventò ben presto un punto di riferimento nel panorama culturale inglese. Infatti nel 1578, a venticinque anni, pubblicò il suo primo libro, First Fruits. Questo libro, uscito poco prima di Euphues di John Lyly, rivela che John Florio contribuì non poco alla nascita del eufuismo in Inghilterra. Si pensa, tra l’altro, che uno degli allievi di John Florio fu proprio John Lyly che è considerato il padre dell’eufuismo in Inghilterra.

Nel 1580 è ad Oxford dove, grazie a Burghley, può iscriversi ai corsi universitari come ‘poor student’. Otterrà un M.A. (diploma di Master of Art) presso il Magdalen College, ma secondo la Yates non conseguì nessuna laurea, così come non ottenne una laurea presso l’università di Tubinga. Il suo soggiorno ad Oxford fu molto importante perché in quella città fece due incontri determinanti: uno fu con il futuro poeta Samuel Daniel, e l’altro con Giordano Bruno. Samuel Daniel, uno dei più melliflui poeti del periodo elisabettiano, diventerà cognato di Florio, dal momento che Florio ne sposò la sorella, che secondo Mc Alpin si chiamava Rose.

Dal 1580 in poi John Florio sarà sempre al centro della scena culturale inglese, sia come traduttore di rilievo sia come supervisore di diverse opere letterarie. Nel 1580 tradusse, per Richard Akluyt i ‘Viaggi’ di Cartier dalla versione italiana di Giovan Battista Ramusio: la traduzione fatta da Florio di questi libri permise di intraprendere più facilmente le esplorazioni del nuovo mondo da parte degli Inglesi.

Dal 1583 al 1585 visse a stretto contatto con il filosofo italiano Giordano Bruno dal quale apprese moltissimo, non solo dal punto di vista letterario, ma anche dal punto di vista filosofico. L’influenza di Bruno fu tale che la visione del mondo di John Florio cambiò radicalmente dal 1585 in poi. In quegli stessi anni fu segretario presso l’ambasciata francese a Londra, dove viveva Giordano Bruno. All’interno di quest’ambasciata svolgeva diverse funzioni, tra le quali quelle di avvocato e di insegnante di lingue. C’è da ricordare che l’obiettivo principale di John Florio era quello di diventare il miglior insegnante di lingue in Inghilterra, cosa che realizzò con grande successo. Giordano Bruno, al seguito di Mauvissiere, lasciò l’Inghilterra nel 1585, e John Florio trovò occupazione come tutore personale del Conte di Southampton, Henry Wriotesley, quando il giovane Conte andò a studiare al St. John’s College di Cambridge.

John Florio, in quegli anni, era anche attivo nelle produzioni letterarie, infatti, tradusse molte corrispondenze provenienti da tutta Europa. Una di queste fu tradotta personalmente per il Conte di Derby, Henry Stanley, dove Florio lo informò degli ultimi sviluppi della vita a Roma ed in particolare sulla vita del Papa. Vediamo quindi Florio essere molto coinvolto nell’attività di traduzione (the ‘Trade of Noverint’, come la definirà Thomas Nashe nel suo ‘Pierce Penniless’). Il professor Tassinari nel suo ‘Shakespeare? E’ il nome d’arte di John Florio’, pensa che intorno al 1584 ci siano evidenze che scrivesse opere letterarie dietro il nome di John Soowthern, significativo pseudonimo che traduce l’italiano ‘Giovanni che proviene dal sud’. Infatti, una raccolta di poesie conosciuta come Pandora e curata proprio da John Soowthern fu dedicata al Conte di Oxford.

In quegli anni, secondo la Frances Yates, Florio e il Conte di Oxford avevano stretto rapporti di amicizia e Florio era anche diventato amico di Anne Cecil, che oltre ad essere moglie del Conte di Oxford era anche la figlia di Lord Burghley, cioè il ‘datore di lavoro’ di Florio. Tra i vari personaggi che scrivono in questa raccolta troviamo anche un epitaffio scritto dalla Regina Elisabetta I per la morte del figlio di Anne Cecil e del Conte di Oxford, il piccolo Lord Bulbeck, E’ Florio la persona che fa capolino dietro lo pseudonimo di John Soowthern? Dato il rapporto privilegiato che aveva con la nobiltà del tempo potrebbe essere. Comunque il prof. Tassinari pensa di si.

In ogni caso Pandora non sarebbe l’unica testimonianza di un Florio ‘scespirato’, perché esistono elementi concreti per dimostrare che Florio e Giordano Bruno scrissero la prima versione di Love’s Labour’s lost, intorno al 1584, per mostrare a Philip Sidney la loro capacità nella composizione teatrale. Questo è il punto di vista di John Harding, che ha dedicato lunghi anni di ricerca al rapporto Florio Shakespeare. Successivamente questa ‘strana commedia’ sarà rielaborata da Florio e Will (quello Shaksper che veniva da Stratford, universalmente ma erroneamente considerato come l'unico ed esclusivo ‘Shakespeare’) per le esigenze di un pubblico diverso da quello del 1585. Nei First Fruits e nei Second Fruits di Florio possiamo trovare conferme letterarie dell’esistenza di uno ‘Shakespeare antelitteram’.

Nel 1590 partecipa alla supervisione della traduzione dell'Orlando furioso fatta dal suo amico Sir John Harington. Il libro fu pubblicato in quello stesso anno da Richard Field. Sempre nel 1590 è supervisore della Arcadia scritta dal suo amico Sir Philip Sidney.

Nel 1591 pubblica i suoi Second Fruits, accompagnando questo libro da una collezione di seimila proverbi italiani che non avevano un corrispondente proverbio inglese: molti di questi (se non tutti) li ritroveremo nelle opere di Shakespeare. In quegli anni, per le sue attività di scrittore e anche di supervisore di opere non sue, verrà pesantemente e violentemente attaccato da altri autori, come Hugh Sanford e Thomas Nashe per esempio. I suoi oppositori esprimeranno un odio tale nei suoi confronti da spingerli anche a minacciarlo di morte, come dichiara lo stesso Florio nei suoi scritti. Ritroviamo Florio attivo nelle pubblicazioni nel 1598, dopo sette anni di silenzio letterario, quando rilascia per il mercato il suo straordinario ‘A World of Words’.

Questo dizionario Florio lo cominciò a preparare intorno agli anni 1590, e come dice proprio lui servirà a chiunque, ma soprattutto agli studiosi, per affrontare quelle letture che in Inghilterra fino alla comparsa del suo dizionario erano proibitive per chi non conoscesse perfettamente l’italiano: così, con l’aiuto di questo prezioso dizionario, potranno essere affrontate le letture di Dante, Petrarca e Boccaccio, tra gli altri. I suoi nemici, con la pubblicazione di questo dizionario, si trovano davanti un’opera che fa di Florio un’autorità indiscussa nell’ambito della letteratura e del teatro.

Chiunque cerchi chiarimenti sul linguaggio di Shakespeare, talvolta apparentemente incomprensibile, oltre a spiegazioni sulle sue straordinarie capacità grammaticali deve fare necessariamente riferimento a questo dizionario, dove, tra le altre cose, troverà elaborata la tecnica grammaticale attraverso la quale Shakespeare componeva nuove parole, idee e concetti.  Queste tecniche linguistiche Florio le aveva cominciate a mettere in pratica già nei suoi First Fruits nel 1578. Shakespeare usava le stesse tecniche di composizione che usava Florio, ma Florio le utilizzava ancor prima che comparisse Shakespeare.

Nessuno, in Inghilterra, prima di Florio e Shakespeare (ma Florio prima di Shakespeare) aveva usato simili strutture linguistiche. Contemporaneamente alla elaborazione del suo dizionario, Florio lavorò alla traduzione dei Saggi di Montaigne che, finiti prima del 1600, videro la pubblicazione nel 1603. Questi saggi diventarono una moda indiscussa e furono letti e riletti per generazioni. Il contributo di questi saggi allo sviluppo di Shakespeare è difficilmente quantificabile, basti pensare che alcune opere di Shakespeare, come la Tempesta, furono estesamente modellate su questi saggi.

Intorno al 1601 diversi fatti tragici interessarono la vita di Florio. Sembra che quasi tutti i membri della sua famiglia morirono di peste e rimase in vita solo sua figlia Aurelia. Il suo caro amico e maestro Giordano Bruno fu bruciato in Campo dei Fiori a Roma. Una documento dove si riportava la morte di Giordano Bruno è stato trovato tra le carte del Conte di Essex. Il Conte di Essex, di cui Florio era un partigiano, venne giustiziato per aver tentato una insurrezione. Nell’introduzione ai Saggi di Montaigne, fatta da Florio, e nel suo dizionario pubblicato nel 1611 troveremo elementi di analisi di quale impatto negativo ebbero questi eventi per Florio.

Nel 1603, al cambio della guardia del trono d’Inghilterra, troviamo Florio ben introdotto negli ambienti della Corona Inglese: Florio diventerà un punto di riferimento per la Regina Anna e un personaggio molto apprezzato da Giacomo I, che successe ad Elisabetta I. Florio, in segno di stima nei confronti di Giacomo I, tradusse in italiano uno scritto per lui, il Basilikon Doron (Dono Divino). Questo scritto diventerà importante per molte opere di Shakespeare, ma soprattutto per ‘Misura per Misura’, oltre a Macbeth.

Nel 1609 Florio consegnerà ai Conti di Pembroke alcuni scritti pubblicati dal suo amico Thomas Thorpe: tra questi scritti ci sono anche i Sonetti di Shakespeare. Mentre continua il suo lavoro di ricerca letteraria, che sfocerà nel 1611 con la pubblicazione della seconda versione del suo primo dizionario, Florio svolge attività diplomatica per conto della Regina Anna: la testimonianza di queste attività ci è data da alcune lettere scritte dall’allora ambasciatore toscano Ottaviano Lotti. Lotti spiega, in queste lettere indirizzate al Gran Ducato di Toscana, che la Regina Anna, moglie di Giacomo I, aveva incaricato Florio di gestire i suoi rapporti personali con chiunque.

Questo significa che chi avesse voluto fare delle rappresentazioni a corte, doveva passare sotto la supervisione di Florio. C’è da chiedersi quale fu l’importanza di Florio per il teatro di quel tempo, visto che i suoi amici, come Ben Jonson, erano coinvolti nelle ‘masques’ che venivano rappresentate a corte. In queste rappresentazioni recitava anche la Regina Anna e le sue dame di compagnia, molte delle quali erano intime amiche di Florio, come lady Russell, vale a dire la Contessa di Bedford, che aveva convinto Florio a tradurre i Saggi di Montaigne.

Nel 1611 compare la seconda versione del dizionario A World of Words. Dedicato alla Regina Anna, racchiude oltre settantamila parole italiane e oltre centocinquantamila termini inglesi. Florio, per compilare questo dizionario, ha letto, come indicato da lui stesso nel dizionario, oltre duecentocinquanta libri tra i quali troviamo quasi tutti i libri che sono serviti a Shakespeare come fonti per comporre le sue opere. Nello stesso periodo Florio è insegnante di lingue (Italiano e Francese) della Regina Anna, della Principessina Elisabetta e del Principe Enrico (figli di Anna e Giacomo I). Dati i rapporti di intima amicizia con i membri della famiglia reale, la morte nel 1612 del Principe Enrico, che sarebbe stato il futuro Re d’Inghilterra, sarà un colpo durissimo per Florio.

Da quel momento in poi comincia il declino lento ma inesorabile della vita di Florio, vita sempre vissuta al di sopra delle righe ed in modo effervescente. Nel 1619, con la morte della sua amata Regina Anna, Florio sarà definitivamente allontanato dalla corte e ritiratosi a Fulham vi rimarrà fino alla sua morte, avvenuta per un attacco di peste nel 1625.  Prima di morire, Florio partecipò a due imprese notevoli: la traduzione in inglese le Novelle del Boccaccio e la realizzazione del First Folio del 1623, dove sono raccolte tutte le opere di William Shakespeare. Il testamento di John Florio, scritto l’anno stesso della sua morte, rivela impressionanti affinità con il modo di scrivere e di pensare di Shakespeare.

Ci sono evidenze che Florio e Will di Stratford vissero sempre a stretto contatto.

Ci sono fondate evidenze che la loro collaborazione permise la produzione di tutte le opere di Shakespeare.

 

 
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