Questione Shakespeariana | | Stampa | |
E’ indubbio che le opere di William Shakespeare siano tra il meglio che mai sia stato prodotto nella letteratura mondiale, nonostante le critiche che ogni tanto qualcuno ha mosso per lo stile anticonvenzionale di questo autore. Sulla genialità di Shakespeare, quindi, non si discute. Ma si è discusso, e si continua a discutere, su chi fosse realmente William Shakespeare, al punto che presso la Brunel University di Londra si sono istituiti corsi in proposito. Gli Stratfordiani (quelli che propongono William Shagsper di Stratford come il produttore di tutte le opere di William Shakespeare) affermano che la polemica sulla vera identità di Shakespeare sia un fatto recente, dettato più dalla disinformazione che da altro. Gli scritti di Thomas Nashe, però, dimostrano il contrario. Thomas Nashe infatti, drammaturgo contemporaneo di Shakespeare, nei suoi scritti rivela che c’era una polemica in corso a quei tempi (tra Nashe e Florio) dove il tema centrale, secondo la ricercatrice Giulia Harding, era proprio Shakespeare. Questa polemica imbastita da Nashe contro John Florio pone seri dubbi sulla versione stratfordiana della identità di Shakespeare. Quindi la discussione sulla vera identità di Shakespeare non è cominciata, come sostengono gli Stratfordiani, in tempi recenti ma era già stata sollevata da Nashe nel 1589, cioè prima ancora che Shakespeare facesse la sua comparsa (come nome, perché come autore era già attivo da tempo) firmando il poema Venere e Adone nel 1593. Gli Anti-Stratfordiani (quelli che non credono a William Shagsper di Stratford come il creatore delle opere di William Shakespeare e che, quindi, pensano a William Shakespeare come ad uno pseudonimo) fanno notare, però, che persone molto competenti (come Sigmund Freud) hanno cercato personaggi diversi da William Shagsper, considerato da molti solo un’ignorante incapace addirittura di scrivere, per giustificare la grandissima cultura che William Shakespeare esprime nei suoi scritti. Se cerchiamo, infatti, indicazioni sulla preparazione culturale in Will (l’uomo di Stratford) faremo fatica a trovarne. Il suo amico e collega Ben Jonson, addirittura, lo definì a più riprese un’ignorante. Questo non solo quando Jonson, nei primi anni del 1600, compose ‘The Poet-ape’ per Will ma anche nel in-folio del 1623, dove sono raccolte tutte le opere di William Shakespeare. In quell’occasione Jonson, nella dedica al ‘dolce cigno dell’Avon’, scrisse che Shakespeare conosceva poco il Latino e ancora meno il Greco: cosa che per gli standard del tempo faceva di Shakespeare un’ignorante. Quindi chi ha prodotto le opere di Shakespeare? Will oppure qualche altro misterioso personaggio? Io sostengo, a ragion veduta, che la questione sulla vera identità letteraria di Shakespeare si possa risolvere semplicemente modulando e mediando la posizione Stratfordiana con quella Anti-Stratfordiana. Tutte e due hanno ragione: Will è Shakespeare, e nello stesso tempo non è Shakespeare. William Shakespeare non è uno pseudonimo creato per nasconde un misterioso personaggio, ma è il nome di una intensa collaborazione tra Will Shagsper di Stratford e John Florio. Le prove di questa collaborazione sono tante ed evidenti, ma non sono mai state prese in considerazione, perché ammettere una collaborazione tra il colto ed introdotto Florio e lo sconosciuto Will crea problemi a molti. Queste evidenze sono sempre state accuratamente evitate: gli studiosi di Shakespeare non hanno mai prestato attenzione, in maniera critica e approfondita, alle evidenze che legano Shakespeare a Florio. Molti di loro non conoscono nemmeno John Florio. Nel frattempo si è perso tanto tempo nel cercare di mantenere in piedi una struttura che non regge (la tesi Stratfordiana) e si è cercato un alter ego di Shakespeare nelle persone sbagliate: Bacon, il Conte di Oxford, Marlowe, etc. Per gli Anti-Stratfordiani, se c’era un alter ego doveva essere Inglese e soprattutto nobile. Quindi è ancora aperta una contesa: chi è veramente Shakespeare? Non certo Francis Bacon, né De Vere, né Marlowe, né solamente Will di Stratford. Bacon non faceva parte del mondo del teatro, anche se ne era un estimatore competente, e d’altronde il fatto che mandò a morte il Conte di Essex, nel 1601, non depone certo a suo favore, anzi lo esclude addirittura dall’essere un amico di Shakespeare. Il Conte di Oxford è morto nel 1603, quindi si è escluso da solo dalla contesa anche se Edward De Vere (il Conte di Oxford) è un elemento importantissimo per capire ‘Shakespeare’. Christopher Marlowe, eccelso scrittore e drammaturgo, è stato ucciso nel 1593, quindi è stato ‘forzatamente’ escluso dalla contesa, anche se lui, come De Vere, è un altro elemento importantissimo per capire la mente di Shakespeare. Diversi nobili hanno un ruolo nel tracciare un profilo di chi sia Shakespeare, ma nessuno di loro è il suo alter ego, anche se possono essere fondamentali per Shakespeare, come lo sono il Conte di Essex e suo cugino, il Conte di Southampton. Will di Stratford non avrebbe mai potuto creare Shakespeare da solo, o comunque senza l’aiuto di una persona che avesse avuto tutte le competenze che aveva ‘Shakespeare’: a Will mancavano molte competenze che invece appartengono a Shakespeare. Il fatto che Will e Florio vissero sempre a stretto contatto, ed il fatto che Florio aveva molte delle competenze che aveva Shakespeare, ma che Will non aveva, fa di Florio una persona chiave per capire ‘Shakespeare’. La polemica di Nashe contro Florio, nata intorno al 1589, riguardo proprio Shakespeare: Nashe ci informa che Florio preferì presentare al Conte di Southampton la candidatura di Will, piuttosto che quella di Nashe, per avere il patronato dal Conte. Perché Florio preferì presentare al Conte di Southampton uno sconosciuto ragazzino proveniente da Stratford, piuttosto che un Wit come Nashe? Lo vedremo in dettaglio strada facendo. |