Shakespeare accaparratore? | | Stampa | |
In un articolo pubblicato di recente da Repubblica dal titolo "Shakespeare accaparratore, evasore fiscale e spregiudicato affarista?", si sottolineano aspetti e tratti caratteriali della vita reale del Bardo che sembrano stupire il giornalista. Infatti egli scrive: "dietro l'acuto indagatore dell'animo umano, dietro l'immenso poeta, si sarebbe celato un uomo di grande avidità, protagonista di una vicenda personale decisamente meschina, qualcosa di molto simile a uno dei suoi più oscuri personaggi, Shylock, il Mercante di Venezia." Questo stupore nasce dal fatto che Shakespeare nei suoi testi critica fortemente gli esseri umani che hanno un approccio così meschino alla vita: si veda appunto Shylock. Ritrovare poi che lui, nella sua vita privata, era peggio di Shylock stupisce al punto che nell'articolo si dichiara: "William Shakespeare, un nome, l'orgoglio di una nazione, un patrimonio della cultura occidentale, la centenaria ammirazione del mondo intero. Mai nessuno si era levato ad attentare alla sacralità del Bardo di Avon, mai nessuno aveva messo in dubbio lo spessore del drammaturgo inglese ne il suo ruolo guida nella letteratura britannica. Infatti, nessuno si permetterebbe ne si è permesso di farlo." Errore, infatti molti lo hanno fatto, e cioè tutti quelli che non credono a William Shakespeare di Stratford come autore delle opere letterarie a marchio "Shakespeare". Questi "dissidenti" della critica scespiriana, molti dei quali appartengono al mondo accademico, hanno sempre detto di lui le stesse cose riportate dalla Archer, Jayne Archer dell'università gallese Aberystwyth, alle cui ricerche sul Bardo si riferisce l'articolo di Repubblica. Gli accademici inglesi fino ad ora hanno sempre fatto orecchie da mercante, ma adesso non possono più fare finta di niente dal momento che in questo preciso momento gli attacchi a Will come autore (o come unico autore) delle opere di shakespeare arrivano anche e soprattutto dalle università. Noi in Italia non siamo così informati su tutto ciò che succede nell'ambito della polemica che coinvolge Shakespeare, che nel mondo anglosassone impazza da sempre, riguardo alla sua identità letteraria. Infatti moltissime persone nei paesi anglofoni si chiedono tuttora chi abbia scritto le opere del Bardo, dato che Will (l'attore di Stratford on Avon, affettuosamente parlando) non convince molto, anche per tutto ciò che ha scritto la Archer di lui. Per avere un'idea di ciò che sto dicendo basta scaricare da internet "Is Shakespeare dead?" di Mark Twain, uno dei tanti eretici che non credeva che lo stratfordiano Will fosse l'autore delle opere di Shakespeare. Questo libretto, che affronta l'intricata vicenda della "vera paternità delle opere di Shakespeare", tenta di trovare un personaggio della vita reale di quel tempo che possa corrispondere alla "mente" di chi ha scritto i testi di Shakespeare, e nel fare questo Twain esclude proprio l'attore di Stratford. Allo scettico Twain sembrava strano che un personaggio come Will possa aver concepito personaggi come Prospero, che nella Tempesta inneggia alla giustizia sociale, proprio quando stava depredando i poveri. Ovviamente ci sono tante altre ragioni per cui Twain quasi un secolo fa in questo librino, comunque gustoso e da leggersi a prescindere dalle polemiche letterarie, esclude proprio l'attore di Stratford come il vero autore del canone scespiriano. Ne cito solo alcune che sorprendono molto Twain: il fatto che rimangano solo sei firme sgangherate di lui; non abbiamo evidenza di nessuna forma di corrispondenza tra lui ed altri intellettuali del suo tempo; e nel suo testamento, disponibile in versione pdf in questo sito, non ci sono riferimenti al possesso di libri, che allora avevano un valore inestimabile: strano per un intellettuale del suo calibro, visto anche ciò che scrive la Archer sulla sua venalità..... Comunque lo scrittore Twain non era l'unico a sospettare di Will, quasi tutti si sono chiesti come mai nelle opere di questo grande scrittore troviamo una proposta filosofica aperta alla creazione di un'umanità sostanzialmente nuova e moderna orientata alla pace e all'armonia universale, mentre nella sua vita pratica le cronache del tempo lo vedono protagonista solo di transazione finanziarie, speculazioni, evasioni fiscali e attività economico-finanziarie talvolta spregiudicate, se non addirittura completamente fuori legge e decisamente contro i principi di quell'umanità che Shakespeare professa così caldamente. Ora la Archer, con le sue ricerche, solleva il coperchio su quello che in effetti sapevamo da tempo e gli accademici inglesi, come il conosciutissimo Jonathan Bate, non solo non tacciono più come facevano prima, oppure non gridano al tentativo di screditare una figura da sempre screditata in ogni caso, ma anzi "elogiano" la ricerca nel tentativo di inglobare in una nuova visione la mente di un perfetto sconosciuto: William Shakespeare di Stratford. Perché questo cambio di tendenza? Perché questa nuova visione che vede, nella stessa persona, un genio letteraio e nello stesso tempo uno spregiudicato e disonesto accaparratore? Semplice: perché gli accademici non riescono più a contenere le proteste degli scettici su una versione di Shakespeare troppo tendenziosa e manipolata. Sostanzialmente Will e Shakespeare sono due persone diverse, ma questo non si deve sapere altrimenti il bel castello costruito dagli accademici Inglesi sostenitori di Will cadrebbe e allora... Addio profitti (il giro di affari che gravita intorno alla figura di Shakespeare in Inghilterra si aggira intorno a diversi miliardi di sterline, quindi agli Inglesi non conviene sconvolgere lo status quo). Ma allora, Shakespeare chi era in realtà? E Will chi era? Ma soprattutto, cosa c'entra con Shakespeare? A queste domande sarà data una risposta in articoli che a breve saranno presenti su questo sito. Qui l'articolo originale pubblicato dal Daily Mail: http://www.dailymail.co.uk/news/article-2301829/Was-Shakespeare-tax-dodger-Bard-ruthless-businessman-exploited-famine-faced-jail-cheating-revenue.html |