Venerdì 26 Aprile 2024
Massimo Nobili
Francesco Spiera’s “melancholy” (as described by Pier Paolo Vergerio) and Hamlet’s “melancholy"(Ideas for a research). PDF  | Stampa |

 M. O. Nobili, in this study puts forward a new thesis about Hamlet’s “melancholy”. According to scholars (Prof. Giorgio Melchiori and Paolo Bertinetti), a “source” of Hamlet’s “melancholy” is the Treatise of melancholie by Timothy Bright (1586). According to Nobili, a previous source may have influenced the Dramatist: Francesco Spiera’s tragic history (in Cittadella and Padua), as narrated and published by Pier Paolo Vergerio in 1551 in Poschiavo and whose vicissitude spread throughout Europe. Spiera, after having publicly abjured his evangelical faith, fell into a profound “melancholy” that led him to his death (1548). Vergerio, deeply impressed by this story (of which he had been the most important direct witness), avoided abjuring his faith and fled into exile, religionis causa, in Switzerland (1549); in Tübingen, Vergerio was superintendent of John Florio’s education from 9 May 1563 until his death (4 May 1565).

Francesco Spiera’s melancholy (371.14 kB)

 
Michelangelo Florio e John Florio, presentazione vita in sintesi PDF  | Stampa |

Di seguito un sintetico schema sulla vita e sulle opere dei Florio come avvio alla conferenza da tenersi presso il Silvano Toti Globe Theatre di Roma il 23 giugno 2019.

Michelangelo Florio e John Florio presentazione vita in sintesi (296.22 kB)

 

 

 
Resolute Iohannes PDF  | Stampa |

S. Gerevini e M. O. Nobili (partendo da una ricerca originale di S. Gerevini -2008 - e da alcune intuizioni di S. Paladino -1955) illustrano alcuni spunti di riflessione (per una ricerca più approfondita) circa la possibile individuazione di quell’’“absolute Iohannes  fac totum”, contro cui Robert Greene inveì, nella sua opera “Groats-worth of Witte” (1592), e nel quale, generalmente, gli studiosi hanno ritenuto di riconoscere l’autore delle opere shakespeariane. Con riguardo a tale brano, comunque interessante, di Greene, gli AA. si basano sull’analisi di quattro documenti (compreso  il brano del medesimo Greene):

I) la lettera di referenze in latino (28 settembre 1585), destinata a circolare negli ambienti londinesi, sottoscritta dall’Ambasciatore di Francia a Londra, nella quale Iohannes Florius  è inequivocabilmente descritto (oltre che come istitutore e interprete/traduttore) anche, ma solo saltuariamente, come un vero e proprio “fac totum”;

II) la feroce critica del Resolute Iohannes Florius contro Greene, nel 1591, in occasione della dedica dei suoi Second Frutes (Greene è paragonato a una “mole-hill”- il minuscolo rialzo di terra vicino alla tana di una talpa – essendo Greene considerato da Florio come un poeta di nessun rilievo);

III) l’epistola al lettore del dizionario del 1598, ove John Florio racconta, sostanzialmente, come un suo nemico, “H.S.”, a seguito della pubblicazione dei suoi Second Frutes (1591), avesse modificato (evidentemente sulla base della predetta lettera di referenze) la sua firma di Resolute Iohannes Florius, in Resolute Iohannes fac totum;

IV) l’invettiva di Robert Greene, nel “Groats-worth of Witte” (1592), ove l’epiteto di Resolute Iohannes fac totum (attribuito da “H.S.” a John Florio) viene ulteriormente modificato (per assonanza) in absolute Iohannes fac totum; cioè, giusta questa nostra tesi, Iohannes Florius sarebbe, secondo Greene, solo un absolute fac totum, non un letterato importante, ma uno che è “del tutto”  e soltanto un “mero” fac totum.  Infine, Carla Rossi (2018) rileva come l’espressione inglese Jack of all trades (il cui significato Jonathan Bate- 1997- attribuisce a “Iohannes fac totum”) non sia attestata  sino al 1618.

Resolute Iohannes (932.7 kB)

For English readers, an English abstract is available in the text, as well as  the Authors' translation into English of the cited letter of reference on September 28, 1585.

 
I Florio e Shakespeare PDF  | Stampa |

Si tratta della relazione predisposta da Saul Gerevini, Corrado Panzieri e Massimo Oro Nobili sullo stato degli studi concernenti i Florio e Shakespeare, per l’occasione del Secondo dei dibattiti sui Florio (14/02/2019), organizzati da Stefano Reali. Il dibattito si è svolto nella sala del teatro Lo Spazio in Roma, prima della rappresentazione serale della pièce teatrale “La Volpe e il Leone”, ove sono protagonisti assoluti (insieme con Miguel de Cervantes) Michelangelo Florio e il figlio John Florio (due grandi, e poco conosciuti, letterati e lessicografi), i quali raccontando la storia della loro vita, finiscono per affrontare la dibattuta questione della paternità delle opere di Shakespeare. Il dibattito, ampio ed articolato, è stato sapientemente introdotto e moderato da Stefano Reali, in un clima di pacata serenità e rispetto di tutte le idee diversamente e liberamente argomentate, davanti a un pubblico che ha dimostrato grande interesse e partecipazione. Al dibattito hanno preso parte alcuni cultori degli studi sui Florio (Saul Gerevini, Massimo Oro Nobili e Davide Gucci, a sostegno della “tesi Floriana”, relativamente all’attribuzione delle opere shakespeariane); inoltre, un’anglista di chiara fama ha onorato il dibattito con la sua presenza (la Prof.ssa Daniela Guardamagna, a fermo sostegno della tesi “ortodossa”, relativamente all’attribuzione delle opere stesse); infine, Elvira Siringo ha illustrato alcune interessanti, personali tesi circa i Sonetti di Shakespeare.  I dibattiti sui Florio, organizzati da Stefano Reali (e collegati alla sempre più rielaborata e avvincente sua pièce teatrale, e con l’interpretazione di grandi attori!), sono ormai divenuti un importante  e periodico appuntamento per una riflessione su tali importanti e sconosciuti letterati; non resta che auspicare un prossimo, terzo, di questi utili dibattiti!

I Florio e Shakespeare 12 FEBBRAIO 2019 (858.61 kB)

 
The genesis of John Florio’s first dictionary (1598): ideas for a research PDF  | Stampa |

Massimo Oro Nobili, on the basis of  the studies by Frances Yates (1934) and by Prof. Lamberto Tassinari (2008), points out that: on the one hand, (i) in the address “To the Reader” of his  first dictionary (1598), John Florio emphasizes  the fundamental importance of his father Michelangelo’s monolingual manuscript Italian dictionary, on the genesis of his own bilingual Italian-English dictionary; on the other hand, (ii) in the “Epistle Dedicatorie” of the same bilingual dictionary, John clearly and openly claims his own exclusive merits in the translation of Italian words into English. It was practically impossible for John to create his first grandiose bilingual vocabulary by himself, without the basis of an extended Italian monolingual dictionary! It is a very important, documentedmodus operandi”: the paternal “materials” are reworked and translated into English by John!  It is amodus operandi”that, in accordance with “the Floriana thesis” by Santi Paladino, will be replicated also in Second Fruits and still in the plays that will be attributed to William of Stratford. 

 

The genesis of John Florio's first dictionary (278.83 kB)

 
La genesi del primo dizionario di John Florio (1598): spunti per una ricerca PDF  | Stampa |

Massimo Oro Nobili, sulla base degli studi di Frances Yates (1934) e del Prof. Lamberto Tassinari (2008), sottolinea come: da un lato, (i) nell’indirizzo “To the Reader” del suo primo dizionario (1598),  John Florio enfatizza la fondamentale importanza del manoscritto monolingue dizionario italiano del padre di Michelangelo, sulla genesi del proprio dizionario bilingueitaliano-inglese; d’altro lato,  (ii) nell’“Epistle Dedicatorie” dello stesso suo dizionario bilingue, John rivendica, in modo chiaro e netto, i propri esclusivi meriti nella fase della traduzione dei vocaboli italiani in inglese.Era praticamente impossibile per John creare da solo il suo primo grandioso vocabolario bilingue, senza la base di un esteso dizionario monolingue italiano! Si tratta di un documentatomodus operandi”: i “materiali” paterni sono rielaborati e tradotti in inglese da John! Si tratta diun “modus operandi” che, giusta “la tesi floriana” di Santi Paladino, sarà replicato anche nei Second Fruits  e ancora nelle opere teatrali che saranno attribuite a William di Stratford

La genesi del dizionario di John Florio del 1598 (612.03 kB)

 
Il Decameron di Boccaccio e Romeo e Giulietta di Shakespeare PDF  | Stampa |
Massimo Oro Nobili  prende spunto dal Decameron di Boccaccio - [opera, di cui la prima intera traduzione in inglese, in forma anonima (1620), è ascrivibile, secondo attribuzioni più volte confermate,  a John Florio e che compare fra i libri da lui già letti per il suo primo dizionario del 1598] - e in particolare dalla 4^ novella della 5^ giornata, concernente l’amore fra Caterina e Ricciardo (la “novella dell’usignolo”); l’A. esamina tale novella comica, ritenuta -sulla base di pregressi studi [di Franco Ricordi (2011) e di Laura Orsi (2016)]- ulteriore fonte (accanto alle fonti tradizionali) di Romeo e Giulietta,  sottolineandone i parallelismi (e le differenze) rispetto alla tragica vicenda ambientata a Verona
 
At the beginning of the study, an abstract is also available in English language.
 
 
Michelangelo Florio’s incarceration and Hamlet’s Danish “prison”: ideas for a study PDF  | Stampa |

"Massimo Oro Nobili outlines some ideas for a research, which correlates the situation of Michelangelo to that of Hamlet: 1) Michelangelo Florio’s incarceration in Tor di Nona, in Rome (with the torments and anguishes of a person accused of heresy, also due to the length of the Inquisition trial, to the delay of justice, which Hamlet also complains about, in his monologue, when he complains about “law’s delay”); 2) and Hamlet’s Danish “prison” (the Dramatist defines Denmark, where the action of drama takes place, not as an abstract entity, but as a real “prison”, architecturally structured in “many confines, wards, and dungeons”).

Michelangelo Florio's incarceration (278.46 kB)

 
La carcerazione di Michelangelo Florio e la “prigione” danese di Amleto: spunti per una ricerca PDF  | Stampa |

"Massimo Oro Nobili tratteggia alcuni spunti per una ricerca, che correli la situazione di Michelangelo e quella di Amleto: 1) la carcerazione di Michelangelo Florio in Tor di Nona, in Roma (coi tormenti e le angosce di un inquisito, dovuti anche alla lentezza del processo dell’Inquisizione, a quel ritardo della giustizia, di cui si lamenta anche Amleto, nel suo monologo, quando si duole del “law’s delay”); 2) e la “prigione” danese di Amleto (il Drammaturgo definisce la Danimarca, ove si svolge l’azione del dramma, non come un’entità astratta, ma come una vera “prigione”, architettonicamente strutturata in “molte celle, bracci e prigioni sotterranee”).

La carcerazione di Michelangelo Florio e Amleto (540.73 kB)

 
A 500 anni dalla nascita di Michelangelo Florio: Aretino, i Florio, Amleto PDF  | Stampa |

Nel presente studio, Massimo Oro Nobili:

1) celebra il 500° anniversario della nascita di Michelangelo Florio, di cui lo stesso Autore, per la prima volta (nel suo studio, pubblicato nel maggio 2017), ha correttamente individuato l’anno di nascita nel 1518, sulla base di una corretta lettura dell’Apologia di Michelangelo;

2) conferma che Michelangelo Florio “fiorentino” e fra’ Paolo Antonio “fiorentino” o “da Figline” sono la stessa persona;

3) pubblica e commenta una prima edizione del “carteggio” tra fra’ Paolo Antonio (alias Michelangelo Florio) e Pietro Aretino;

4) sottolinea l’influenza di Aretino sui dizionari di John Florio;

5) sottolinea l’influenza di Aretino sulle opere di Shakespeare e, in particolare, sull’Amleto.

 

A 500 anni dalla nascita di Michelangelo Florio (1.79 MB)

 
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