Giovedì 02 Maggio 2024
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La “malinconia” di Francesco Spiera (descritta da Pier Paolo Vergerio) e la “malinconia” di Amleto (Spunti per una ricerca). PDF  | Stampa |

M. O. Nobili, in questo studio avanza una nuova tesi circa la “malinconia” di Amleto. Secondo gli studiosi (Proff. Giorgio Melchiori e Paolo Bertinetti), una “fonte” della “malinconia” di Amleto, sarebbe il Trattato della Malinconia di Timothy Bright (1586). Ad avviso di Nobili, una fonte precedente potrebbe aver influenzato il Drammaturgo: la tragica vicenda  di Francesco Spiera (in Cittadella e Padova), come narrata e pubblicata da Pier Paolo Vergerio nel 1551 a Poschiavo e la cui storia si diffuse in tutta Europa. Lo Spiera, dopo aver pubblicamente abiurato alla sua fede evangelica, cadde in una “maliconia” profonda che lo condusse sino alla morte (1548). Vergerio, profondamente impressionato da tale vicenda (della quale era stato il più importante diretto testimone), evitò di abiurare alla propria fede e fuggì in esilio religionis causa in Svizzera (1549); a Tubinga, Vergerio fu sovrintendente all’educazione di John Florio dal 9 maggio 1563 sino alla propria morte (4 maggio 1565).  

La malinconia di Francesco Spiera (514.2 kB)

 
Francesco Spiera’s “melancholy” (as described by Pier Paolo Vergerio) and Hamlet’s “melancholy"(Ideas for a research). PDF  | Stampa |

 M. O. Nobili, in this study puts forward a new thesis about Hamlet’s “melancholy”. According to scholars (Prof. Giorgio Melchiori and Paolo Bertinetti), a “source” of Hamlet’s “melancholy” is the Treatise of melancholie by Timothy Bright (1586). According to Nobili, a previous source may have influenced the Dramatist: Francesco Spiera’s tragic history (in Cittadella and Padua), as narrated and published by Pier Paolo Vergerio in 1551 in Poschiavo and whose vicissitude spread throughout Europe. Spiera, after having publicly abjured his evangelical faith, fell into a profound “melancholy” that led him to his death (1548). Vergerio, deeply impressed by this story (of which he had been the most important direct witness), avoided abjuring his faith and fled into exile, religionis causa, in Switzerland (1549); in Tübingen, Vergerio was superintendent of John Florio’s education from 9 May 1563 until his death (4 May 1565).

Francesco Spiera’s melancholy (371.14 kB)

 
Resolute Iohannes PDF  | Stampa |

S. Gerevini e M. O. Nobili (partendo da una ricerca originale di S. Gerevini -2008 - e da alcune intuizioni di S. Paladino -1955) illustrano alcuni spunti di riflessione (per una ricerca più approfondita) circa la possibile individuazione di quell’’“absolute Iohannes  fac totum”, contro cui Robert Greene inveì, nella sua opera “Groats-worth of Witte” (1592), e nel quale, generalmente, gli studiosi hanno ritenuto di riconoscere l’autore delle opere shakespeariane. Con riguardo a tale brano, comunque interessante, di Greene, gli AA. si basano sull’analisi di quattro documenti (compreso  il brano del medesimo Greene):

I) la lettera di referenze in latino (28 settembre 1585), destinata a circolare negli ambienti londinesi, sottoscritta dall’Ambasciatore di Francia a Londra, nella quale Iohannes Florius  è inequivocabilmente descritto (oltre che come istitutore e interprete/traduttore) anche, ma solo saltuariamente, come un vero e proprio “fac totum”;

II) la feroce critica del Resolute Iohannes Florius contro Greene, nel 1591, in occasione della dedica dei suoi Second Frutes (Greene è paragonato a una “mole-hill”- il minuscolo rialzo di terra vicino alla tana di una talpa – essendo Greene considerato da Florio come un poeta di nessun rilievo);

III) l’epistola al lettore del dizionario del 1598, ove John Florio racconta, sostanzialmente, come un suo nemico, “H.S.”, a seguito della pubblicazione dei suoi Second Frutes (1591), avesse modificato (evidentemente sulla base della predetta lettera di referenze) la sua firma di Resolute Iohannes Florius, in Resolute Iohannes fac totum;

IV) l’invettiva di Robert Greene, nel “Groats-worth of Witte” (1592), ove l’epiteto di Resolute Iohannes fac totum (attribuito da “H.S.” a John Florio) viene ulteriormente modificato (per assonanza) in absolute Iohannes fac totum; cioè, giusta questa nostra tesi, Iohannes Florius sarebbe, secondo Greene, solo un absolute fac totum, non un letterato importante, ma uno che è “del tutto”  e soltanto un “mero” fac totum.  Infine, Carla Rossi (2018) rileva come l’espressione inglese Jack of all trades (il cui significato Jonathan Bate- 1997- attribuisce a “Iohannes fac totum”) non sia attestata  sino al 1618.

Resolute Iohannes (932.7 kB)

For English readers, an English abstract is available in the text, as well as  the Authors' translation into English of the cited letter of reference on September 28, 1585.

 
Michelangelo Florio e John Florio, presentazione vita in sintesi PDF  | Stampa |

Di seguito un sintetico schema sulla vita e sulle opere dei Florio come avvio alla conferenza da tenersi presso il Silvano Toti Globe Theatre di Roma il 23 giugno 2019.

Michelangelo Florio e John Florio presentazione vita in sintesi (296.22 kB)

 

 

 
I Florio e Shakespeare PDF  | Stampa |

Si tratta della relazione predisposta da Saul Gerevini, Corrado Panzieri e Massimo Oro Nobili sullo stato degli studi concernenti i Florio e Shakespeare, per l’occasione del Secondo dei dibattiti sui Florio (14/02/2019), organizzati da Stefano Reali. Il dibattito si è svolto nella sala del teatro Lo Spazio in Roma, prima della rappresentazione serale della pièce teatrale “La Volpe e il Leone”, ove sono protagonisti assoluti (insieme con Miguel de Cervantes) Michelangelo Florio e il figlio John Florio (due grandi, e poco conosciuti, letterati e lessicografi), i quali raccontando la storia della loro vita, finiscono per affrontare la dibattuta questione della paternità delle opere di Shakespeare. Il dibattito, ampio ed articolato, è stato sapientemente introdotto e moderato da Stefano Reali, in un clima di pacata serenità e rispetto di tutte le idee diversamente e liberamente argomentate, davanti a un pubblico che ha dimostrato grande interesse e partecipazione. Al dibattito hanno preso parte alcuni cultori degli studi sui Florio (Saul Gerevini, Massimo Oro Nobili e Davide Gucci, a sostegno della “tesi Floriana”, relativamente all’attribuzione delle opere shakespeariane); inoltre, un’anglista di chiara fama ha onorato il dibattito con la sua presenza (la Prof.ssa Daniela Guardamagna, a fermo sostegno della tesi “ortodossa”, relativamente all’attribuzione delle opere stesse); infine, Elvira Siringo ha illustrato alcune interessanti, personali tesi circa i Sonetti di Shakespeare.  I dibattiti sui Florio, organizzati da Stefano Reali (e collegati alla sempre più rielaborata e avvincente sua pièce teatrale, e con l’interpretazione di grandi attori!), sono ormai divenuti un importante  e periodico appuntamento per una riflessione su tali importanti e sconosciuti letterati; non resta che auspicare un prossimo, terzo, di questi utili dibattiti!

I Florio e Shakespeare 12 FEBBRAIO 2019 (858.61 kB)

 
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